So che questa domanda interessa a molti: come si distinguono le relazioni karmiche dalle altre relazioni?
Se dobbiamo spiegarlo da un punto di vista oggettivo, la verità è che tutte le relazioni, con tutte le persone con cui entri in contatto (che non sia un semplice incrocio di sguardi per strada, ovviamente), con tutte le persone con cui hai a che fare o interagisci, conservano del karma.
Perché, da un punto di vista che spiegano i maestri, il caso non esiste.
Tu non incontrerai mai quella persona in Cina, in Giappone, in America, se non avete instaurato una connessione karmica precedente.
Questo significa che alle volte puoi incontrare persone, magari anche solo per una serata, e non vedervi mai più. Ma neanche quello sarà frutto del caso: vi siete incontrati con persone con cui avete già avuto un contatto. Ecco, in questo caso si parla di karma neutro o karma piacevole, dove non c’è un gran risvolto positivo o negativo.
Ma essenzialmente non esiste un incontro che non sia karmico, in un modo o nell’altro.
In gergo, generalmente, per karmico intendiamo karmico negativo, karmico pesante, ma non dimentichiamo che c’è anche il karma positivo, e che quindi esistono relazioni dove si è fatto un percorso di vita, di amore, di condivisione, anche di crescita assieme, per cui prima o poi ci si rincontra: non per forza come amanti, alle volte (spiegano i maestri, ma ho anche avuto modo di verificare questo punto attraverso varie metodologie) anche come figli, genitori, parenti e amicizie in cui eravamo in altri tipi di legami.
Quello che conta è che ci si rincontra per continuare il nostro percorso.
Una volta eri uomo, una volta eri donna, una volta eri figlio, una volta eri padre, una volta eri amico, una volta amante... non ha importanza. Quello che conta è che ci si rincontra nella nostra grande famiglia spirituale.
Ciò che crea più sofferenza invece sono le relazioni karmiche negative: quelle sono le più urgenti da sciogliere.
Ed esistono tantissime relazioni di karma da trasformare.
Il che vuol dire che abbiamo dei debiti karmici.
Cosa significa debito karmico?
Significa che dentro di noi c’è una parte di memoria in cui è rimasto bloccato qualche cosa che non abbiamo risolto, chiarito, superato, e che è rimasto lì.
Facendo un esempio molto pratico, ipotizziamo che al momento di lasciare il corpo io lo lasci pieno di rabbia o risentimento verso una persona.
Una delle leggi karmiche (simili alle leggi dell’entropia) non accetta che ci siano troppi pieni e troppi vuoti a livello energetico; cioè, il karma vuole che tu riporti il tuo sistema energetico in perfetto equilibrio, per una sorta di legge dell’entropia karmica.
Il karma in questo senso è molto simile alle leggi della chimica e della fisica: non accetta grossi pieni e grossi vuoti, vuole un equilibrio naturale – dinamico, ma pur sempre equilibrio.
Ci deve essere movimento, ma non squilibrio.
Quindi, se mi porto dietro una grande rabbia o un grande risentimento, attirerò un partner che mi tirerà fuori proprio queste caratteristiche: perché sono dentro di me, ben nascoste. Molto in profondità, ma ci sono.
Non possediamo infatti solo la memoria a breve termine e a lungo termine, abbiamo anche una memoria molto molto più profonda, chiamata memoria esserica o memoria karmica.
Qui conserviamo un magazzino di memoria in cui permangono tutte le cose rimaste in sospeso da sciogliere e che, prima o poi, in qualche corpo-vita, dovremo affrontare.
Quindi noi incontriamo persone: in parte per continuare un percorso, e in parte perché dobbiamo sciogliere dei nodi e rivivere delle situazioni già vissute, con le solite dinamiche che portano sofferenza, per superarle.
Ecco perché parliamo spesso di ferite karmiche, per studiarle, perché sono connesse ad altre ferite, a loro volta connesse ad altre ferite... Ma non ci interessa tanto far raccolta di ferite, quanto capire i meccanismi e come lavorarci sopra.
Stiamo tutti recitando il nostro ruolo karmico.
Vediamo cosa avviene quando il karma si intromette nelle relazioni o nelle semplici interazioni che abbiamo con le persone. Con qualsiasi persona: nostro marito, nostra moglie, nostra madre, nostro figlio, il carabiniere che ci ferma per strada, il collega al lavoro, il nostro superiore, il nostro migliore amico, l’uomo che abbiamo appena conosciuto al bar…
Succede che... Apriamo il sipario.
Perché non ce ne accorgiamo, ma nella vita insceniamo continuamente atti teatrali.
“Teatro? Io non recito, io sono me stesso!”
Vero?
...Sbagliato.
Noi tutti recitiamo, eccome.
Siamo attori-marionette, mossi dai fili invisibili del karma. Cioè da tutto il materiale inconscio al nostro interno.
E ogni relazione non è più un piacevole scambio o una condivisione spinta dalla spontaneità del cuore, ma una dinamica. Un gioco di potere, in cui ognuno ha un ruolo da interpretare e cerca di rispettare il suo copione per ottenere qualcosa dall’altro.
Inconsapevoli del proprio potere personale interiore, le persone cercano di conquistarlo al di fuori di loro. Con la manipolazione e la forza. A volte dirette e ben visibili, a volte più nascoste e subdole.
E noi non abbiamo alcun tipo di controllo su questi giochi di ruolo.
È il karma che ci fa recitare in modo automatico questi personaggi.
Personaggi che alterniamo in base alle situazioni e alle persone che abbiamo di fronte.
Tengo a precisare che il gioco dei ruoli richiede almeno due persone.
Di solito con una tematica in comune.
Proviamo a scoprirne qualcuno. Troverai una loro descrizione nel video proposto per la newsletter di oggi.
Osserva con attenzione se hai mai avuto a che fare con questi personaggi o se li hai interpretati tu stesso…
- Il dominatore e la vittima
- Il giudice
- Il colpevole
- Il manipolatore
- Il malato
- Il mendicante
- Il dipendente
- L’anti-dipendente
- Il non meritevole
- Il salvatore, il guru, il prete
- L’altruista, il soccorritore
- Il buffone, lo sciocco del villaggio
- Il martire
- Il rinunciatario
- Il vagabondo
- Il fanatico, il rigido
- Il caotico
- Il padre/la madre di tutti
Ce ne sono moltissimi, ma questi sono i più frequenti.
Attenzione, perché non sono dinamiche psicologiche, ma psichiche.
Cioè hanno a che fare con l’energia di un individuo. Avvengono a livello profondo, inconscio, come meccanismo di difesa al risveglio.
Sono ruoli che ci lasciano automatici, nel sonno, altamente reattivi, inconsapevoli e pericolosi, e ovviamente creano sofferenza.
Il bello è che noi non ci accorgiamo di nulla. Assolutamente nulla.
Siamo subito pronti a dare la colpa agli altri per come ci trattano e per le loro mancanze nei nostri confronti, e non osserviamo mai come ci siamo posti noi.
Non vediamo che abbiamo semplicemente messo in atto una bella scenetta teatrale che ormai conosciamo a menadito.
Guarda il video proposto. Poi osserva:
In quali di questi ruoli ti è capitato di ritrovarti?
Ti sei rivisto nella descrizione?
Hai notato altre persone che interpretano questi personaggi nella tua vita?
Bisogna essere onesti e non nascondersi.
E nemmeno sentirsi in colpa e giudicarsi... Altrimenti si riconferma che siamo di nuovo nei panni di uno di quei personaggi che non conoscono amore e gioia.
Accettare con amore, perdonarsi, sono passi fondamentali del risveglio per una buona vita.
Per sganciarsi da questi ruoli è necessario liberarsi dentro.
E, man mano che ti liberi, anche se l’altro tenterà di riportarti lì, tu non ci cascherai più: la tua anima è troppo forte, molto più forte del karma.